Mai avremmo voluto trovarci a cercare le parole per tentare di esprimere il nostro sentimento in un momento così.
No, non possiamo immaginarci una serata in sede, una gita, una serata in rifugio, un percorso alpinistico, un viaggio in pullman, una festa di compleanno, senza di te, Natale.
Ancora nell’ultima gita , alla vigilia della chiusura del Paese, eravamo a camminare, a godere della tua contagiosa allegria e trascinante entusiasmo per la montagna. Non ci ricordiamo un momento in cui non sei stato presente, si, forse la gita di settembre scorso che eri stato consegnato per un matrimonio, se ricordiamo bene, altrimenti che fosse bello o piovesse, che si andasse a sciare o a scalare, tu eri lì, pronto ad aiutare i novellini o meno esperti, a prescindere dall’età, davi consigli, indicazioni, incoraggiamento, sicurezza.
Gli ultimi anni, il tuo cuore, ti teneva un po’ a freno, un po’, ma starti dietro era sempre un impegno, eppure mai hai azzardato, mai hai cercato l’estremo, sempre attento ai limiti che potevi raggiungere; e dove sei andato a sbattere?, proprio in un’impresa dove il fiato era indispensabile e nessuno è stato in grado di aiutarti, di ricambiare quanto avevi fatto per moltissimi di noi, non siamo riusciti a raggiungere la tua quota e portarti l’ossigeno di cui avevi bisogno.
E poi, quante scolaresche hai portato in montagna? Ci sono maestre che oggi chiedono ancora le gite con il CAI perché ricordano che da alunne fecero la gita dove c’era il Natale, con altri amici. Quanti bambini hai accompagnato nelle nostre gite come un nonno con informazioni, cura e affetto?
No, non possiamo immaginare la sede senza di te, poteva anche non passare nessuno, poteva anche non esserci una gita da organizzare, ma tu eri li, presente, a tenere in ordine le informazioni e i dati della sezione, preciso come un sensale, puntuale come un controllore, ironico con chi non rispettava le regole e i criteri.
Ci passano davanti le immagini di questi decenni, le prime scalate insieme, le uscite con i tuoi figli piccoli, le delusioni in rifugio per giornate di pioggia che impedivano l’escursione o la scalata, le cantate, le chiacchierate, le stellate e le albe, i sentieri nei boschi e i panorami immensi che ci si aprivano davanti. No Natale, mentre piangiamo anche per l’impossibilità di abbracciarti un’ultima volta, di poter abbracciare i tuoi figli, di poter convogliare i nostri sentimenti sul tuo spirito che sale alle montagne, non possiamo accettare il modo e il momento in cui ci lasci.
Una canzone, che risuona inevitabilmente e ineluttabilmente nei nostri cuori invoca il Dio del cielo e la Santa Maria di accompagnarti e proteggerti nelle sue montagne, la dove avresti preferito essere, se proprio dovevi lasciare questa terra, noi siamo li anche con te, dove speriamo di incontrarci ancora.